_L'ORTO DEL PARADISO

Isole Tremiti, Italia | Concorso di progettazione | Premio ricevuto: Menzione d’oro

Il progetto del piccolo boutique hotel nel faro dell’isola di San Domino, la più grande dell’Arcipelago delle Tremiti, nasce con l’intento di far rivivere la sacralità e la serenità di un luogo che per secoli ha accolto monaci benedettini ed eremiti in cerca di solitudine e contemplazione. Ispirandoci al nome che i monaci davano all’isola, “l’Orto del Paradiso”, abbiamo concepito un rifugio esclusivo dove la natura, il relax e la spiritualità si intrecciano, offrendo agli ospiti un’esperienza unica e autentica che celebri la bellezza incontaminata e la spiritualità silenziosa di questo luogo. Nel faro, simbolo di guida e speranza per i naviganti, il passato si fonde armoniosamente con il presente: l’architettura del boutique hotel mantiene la sua essenza austera e affascinante, arricchita con dettagli di design contemporaneo che rispettano l’ambiente e la storia del luogo.

Gli spazi verdi esterni, curati con rispetto per la biodiversità locale, evocano la tradizione monastica della coltivazione come pratica di meditazione e riflessione. L’orto non è solo una gioia per i sensi, ma anche una fonte di ingredienti freschi e stagionali per il ristorante dell’hotel, dove le ricette genuine della tradizione pugliese vengono rivisitate con un tocco moderno, esaltando i sapori autentici del territorio. L’ambiente circostante e le piante autoctone hanno ispirato la scelta cromatica del progetto, con colori che definiscono le diverse funzioni degli ambienti: il rosso accesso e vibrante, evocativo del lentisco, per gli spazi dedicati alla socialità e il blu profondo e quieto, che richiama il mirto e il mare, per le aree di relax e le camere; il verde, simbolo di connessione con la natura, unisce armoniosamente tutte le aree dell’hotel.

I materiali utilizzati nel progetto sono selezionati con cura per riflettere la sostenibilità e il rispetto per il contesto locale, includendo la pietra di Trani per pavimenti e rivestimenti, legno caldo e avvolgente, tessuti biologici, tadelakt sostenibile e calce per la decorazione delle pareti, insieme a materiali riciclati ed elementi decorativi che richiamano la cultura del luogo. Un elemento distintivo del progetto è la presenza di strutture leggere con copertura a cupola: il giardino d’inverno, la sauna e il planetario. La scelta di questa forma è ispirata alla ricerca di uno spazio che possa accogliere, proteggere e offrire una sensazione di raccoglimento, simboleggiando l’unione tra cielo e terra. La cupola rappresenta un’architettura senza tempo che richiama le antiche forme di rifugio, evocando i luoghi sacri di meditazione e preghiera. Nel giardino d’inverno la cupola crea un ambiente sereno dove gli ospiti possono rilassarsi immersi nella luce naturale anche nei mesi più freddi, mentre la sauna offre un rifugio caldo e accogliente per il benessere del corpo e della mente.

Il terrazzo del faro è dedicato alla meditazione mattutina e serale, con spazi per aperitivi e cene al tramonto. Durante la notte, il terrazzo si trasforma in un osservatorio, con un piccolo planetario sotto una cupola e un telescopio che permette di ammirare le stelle. Sotto il cielo stellato, lontano dall’inquinamento luminoso, gli ospiti possono sperimentare la stessa meraviglia e introspezione che hanno caratterizzato la vita degli eremiti che un tempo abitavano l’isola.

La scala elicoidale, completamente blu, che collega il giardino alla lanterna del faro è molto più di un semplice elemento architettonico: è un simbolico percorso di ascesa e scoperta. Come un tempo i naviganti risalivano dal mare verso la luce rassicurante del faro, guidati dalla speranza di trovare un approdo sicuro, così oggi gli ospiti attraversano questa scala per intraprendere un viaggio interiore. La forma elicoidale della scala richiama il movimento sinuoso delle onde e il cammino tortuoso che i marinai affrontavano per raggiungere la lanterna, il punto più alto e illuminato del faro, metafora di guida e illuminazione.

| Con arch. Valentina Antonella Scordo |